Libri e citazioni del 2016

Ricordo quando ero piccola, tornavo dalle vacanze estive e mettevo tutti i libri che avevo letto in una pila verticale e mi sembravano altissimi. A volte ho il ricordo di una pila più alta di me, chissà se è vero. Purtroppo ho una memoria terribile quindi se mi chiedessero i titoli non saprei mai dirli e molte volte neppure le storie, per quanto mi avessero appassionato. Ma mi rimaneva qualcosa, un senso delle storie, le emozioni e soprattutto, credo, una capacità di empatizzare con i personaggi che poi si trasmetteva nella vita reale, nella passione per le storie degli altri o a volte nell’inventare storie per sconosciuti che attiravano la mia attenzione. Beh, alcune cose le ricordo, ricordo l’emozione indescrivibile di leggere Ventimila leghe sotto i mari o Viaggio al centro della terra, quelle si. O anche più avanti, la sorpresa nel trovare libri di narrativa divertentissimi come L’ultimo uomo scimmia del Pleistocele o i primi libri di Amelie Nothomb. E poi Marquez, l’amore per Marquez è incommensurabile, come per i racconti di Poe. In ogni caso, leggevo tanto, il mio mondo erano i libri.

Gli anni successivi però non sono sempre stati così, ci sono stati anni quasi senza libri, ma quest’anno è decisamente diverso. Ho scoperto un nuovo angolo di cielo, proprio affianco a casa mia, una super libreria con dei librai come nelle favole. Veramente! Se passate di qui, non perdetevi l’Arcadi di Rovereto, ci troverete sicuramente qualche tesoro di cui non sapevate, qualche libro dalle case editrici più piccole, qualche autore riscoperto, un libro che vi porterà via.

Ecco quindi che quest’anno è tornata in voga la mia pila di libri e quindi vale la pena fare una classifica tra i 32 letti con 2 riletture e un abbandono.

Il libro abbandonato è stato La tela di Jan Wechsler (Keller). Ne sono rimasta affascinata perché è un libro che si legge da una parte e arrivati a metà si ribalta e si legge un’altra versione della storia dall’altra. Ma la prima parte non mi ha conquistata quindi, non l’ho mai girato. Chissà, magari un giorno la curiosità mi tenterà.

La premessa delle mia personale classifica è che se un libro non mi è piaciuto, non si aggiudica nemmeno una stella. Quindi una stella sarebbe “carino”, due “veramente carino”, tre “bello”, quattro “wow”, cinque “da non dimenticare, mi ha cambiata!”.

Ah, e aggiungo anche qualche citazione così per percepire lo stile…

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Tra i libri a cui ho dato 5 stelle *****:

Caramelo di Sandra Cisneros (La Nuova Frontiera). E’ un bellissimo libro che racconta la saga di una famiglia di messicani che vive negli Stati Uniti. La scrittura si avvicina per alcuni tratti a Marquez, in questo modo di raccontare le vicende familiari in cui si mescolano personaggi curiosi dai soprannomi intriganti, come Nonna Tremenda, e vicende strane e inventate che sono tramandate di generazione in generazione come imprese vere e incredibili. Bello e appassionante.

Tutti si lamentano del matrimonio, ma nessuno si ricorda di lodare i suoi meravigliosi lussi, come dormire accanto ad un corpo caldo, o come chiudere tra i propri piedi quelli dell’altro come in un panino. Parlare la notte condividendo ciò che è successo di giorno. Mettere in ordine i propri pensieri. Non poteva fare a meno di pensare: felicità”.

Anatomia di un soldato di Harry Parker (Big Sur). Bellissimo. E’ una serie di racconti legati tra loro, ognuno narrato dal punto di vista di un oggetto della vita di un soldato o degli abitanti di Baghdad, o dintorni, durante la guerra. Oltre all’espediente narrativo di una situazione raccontata da un oggetto, è bellissima anche la grande narrazione che viene intessuta dai vari racconti. E’ bello che sia un oggetto inanimato a raccontare storie così umane restituendo un racconto ricco di punti di vista, di sentimenti contrastanti, di emozioni, come la realtà. Stupendo!

Sono esistita per una frazione di secondo. Sono stata creata da una reazione esplosiva partita da un dispositivo che si era messo in azione per fermarmi. Ho attraversato la roccia, il fango, la polvere, l’aria, la suola di una scarpa. Ho attraversato un uomo”.

Non ho ancora finito di guardare il mondo di David Thomas (Marcos y Marcos), Sono una serie di racconti, tutti monologhi, con uno spirito incredibile e molto diversi tra loro in cui i personaggi hanno un momento di sfogo su cose che a volte sembrano futili ma sono in realtà investite di tante emozioni e sentimenti. Adoro i racconti così, brevi e che ti lasciano con la bocca aperta a chiederti “dai non ci avevo mai pensato”.

Mia moglie ha un brutto vizio, non può fare a meno di sbattere le porte. Non grida, ma sbatte le porte. E’ il suo modo di chiudere una conversazione quando non siamo d’accordo. E nostra figlia ha ereditato questa piccola pecca materna (…) Allora un giorno, stufo di quell’aggressività, muta nel caso di mia moglie, ma estremamente sonora in mia figlia, ho approfittato del fatto che fossero uscite qualche ora per smontare tutte le porte e portarle in cantina. (…) Da allora ho la sensazione di avere una famiglia nuova”.

In viaggio contromano di Michael Zadoorian (Marcos y Marcos) è la storia di una coppia di anziani, lei piena di malattie e grassottella e lui con l’Alzheimer, che prendono il camper e si mettono in viaggio verso Disneyland. I figli li insultano in tutti i modi possibili per farli tornare ma lei è cocciuta e vuole vivere quest’ultima avventura. E’ un libro tenero e commovente, di una dolcezza e di una simpatia rare e raffinatissime. Racconta l’età avanzata, il fisico che tradisce gli istinti che invece sono ancora giovani e la delusione, ma anche la soddisfazione per una vita passata in coppia. Bello e dolce.

Dio , come lo odio quando fa così. Si litiga, ci urliamo addosso, e cinque minuti dopo è come se niente fosse. E’ tutto amore e coccole. Come la metti con uno che si dimentica di stare arrabbiato? Puoi farci qualcosa? Non puoi farci niente. Stai zitta e ti metti il cuore in pace”.

Ancóra di Hakan Günday (Marcos y Marcos). E’ un pugno nello stomaco. E’ la storia di formazione di un ragazzino, figlio di un trafficante di esseri umani che racconta la sua infanzia ed adolescenza in un mondo di una malvagità assoluta e di cui presto diventerà protagonista lui stesso. Bello e potente nel ricordare che dietro tutti noi, nessuno escluso, ci sono storie pazzesche e che quando le conosciamo, non possiamo fare a meno di capire e comprendere, anche se non accettare, ma empatizzare comunque.

L’obbedienza è un miracolo! Permette a un uomo qualunque di sganciare una bomba atomica, pure restando innocente agli occhi del mondo. L’obbedienza è antidoto al senso di colpa e al rimorso di coscienza! Tutti dovrebbero obbedire!”.

Leonida di Nada Malanima (Atlantide). Mi sono innamorata del personaggio di Leonida e ho già dedicato un post a questo libro quindi rimando a quello.

Ho dovuto girare il mondo, viaggiare da una città all’altra, da un continente all’altro, fare quello che ho fatto per ritornare da dove sono partito”.

Nessuno scompare davvero di Catherine Lacey (Big Sur). Questo credo che “di cuore” sia stato il libro che più mi ha colpito e la cui protagonista mi ha toccato più di tutti. Sono così coinvolta che non sono praticamente in grado di scriverne e credo sarà un libro che avrò bisogno di rileggere. La storia parla di una donna che, presa da un malessere esistenziale, decide di lasciare tutto e fuggire in un viaggio senza meta in cui però non troverà chissà quale lucidità ma anzi lotterà perennemente contro una bestia che la divora da dentro. Stupendo, e per me, il libro più bello del mio anno di letture. E’ un libro sulla follia in cui possiamo cadere a tratti tutti noi e diventare “solo un indizio di noi stessi”.

Era già un po’ di tempo che ero sfuggita a me stessa e forse non sarei riuscita a riprendermi, o così pareva, perché in qualche modo ero diventata imprendibile, o non sapevo più come prendermi, o c’era qualcosa che mi sfuggiva, anche se non si sa bene qual’era questa cosa che mi sfuggiva, o mi sfugge, o mi è sfuggita, o avrebbe continuato a sfuggirmi”.

Tra i libri a 4 stelle ****.

Le Ragazze di Emma Cline (Einaudi). Il libro racconta di una ragazza che entra a far parte di una setta (tipo Manson). Ma in realtà la forza del libro non è per nulla legata a questa narrazione delle setta o al fatto violento in sé che accade alla fine del libro. La sua bellezza e nei dettagli e nelle dinamiche con cui racconta l’adolescenza e i sui tormenti.

A distanza di anni avrei capito questo: quant’era impersonale e disorientato il nostro amore, che mandava segnali in tutto l’universo sperando di trovare qualcuno che desse accoglienza e forma ai nostri desideri”.

Ci fu un breve attimo in cui avrei voluto allungare una mano verso il sedile e toccarlo, tracciare una linea che andasse da me all’uomo che era mio padre, ma l’attimo passò”.

L’ultimo amore di Baba Dunja di Alina Bronsky (Keller). E’ un libriccino carino, carino che racconta la storia di una vecchia nonna il cui ultimo grande amore è per il suo paesello, la sua casa e la sua vita tra le sue cose. Il problema è che la sua casa si trova a due passi da Chernobyl, nell’area evacuata per le radiazioni. A lei però non importa e decide di lasciare figlia e nipote per tornare a vivere a casa con una serie di altri personaggi curiosi che la seguiranno al paesello. Poetico.

Ci sono giorni in cui i morti si pestano i piedi a vicenda sulla nostra via principale. Parlano tutti assieme e non si rendono conto delle sciocchezze che raccontano. Il brusio delle voci aleggia sulle loro teste. E poi ci sono giorni in cui invece non c’è nessuno. Non so che fine facciano. Forse lo saprò quando sarò una di loro. (…) Sono questi i miei morti che mi hanno seguito fino a Cernovo e ce ne sono altri ancora che mi sono passati davanti, a dozzine, insieme ai loro gatti e cani e capre. Il paese ha una sua storia, che si accavalla con la mia, come due ciocche di capelli in un unica treccia. Un tratto di strada lo abbiamo percorso insieme. Saluto sempre i morti con un live cenno della testa, le mie labbra si muovono appena”.

La Triomphante di Teresa Cremisi (Adelphi). E’ un bel libro di quelli che raccontano le storie di persone dalla vita avventurosa in quell’Oriente da Paziente Inglese o da Lawrence d’Arabia. Più bella la prima parte che la seconda in cui poi torna ad una letteratura meno affascinante e un po’ più quotidiana.

Ero diventata quello che non sarei dovuta diventare. Mai trionfante, sempre accortamente dissimulata; mai fiera e diretta, sempre cauta ed elusiva; mai categorica, spesso umile, a volte perfino dolorosamente sottomessa. Tutta la mia impetuosità soffocata, la mia indole impastoiata, i miei sogni sopiti”.

Sto constatando che uno dei problemi della vecchiaia, se si eccettuano la malattia o il rammollimento cerebrale, è che si invecchia restando giovani, a volte addirittura si muore giovani. La giovinezza torna come un vento caldo perché le costrizioni sociali si sono volatilizzate. L’aspirazione alla libertà trova spazi aperti. A tarda ora rende legittime le idee, speranze di cui nessuno sa più che farsi. Ed è triste almeno quanto morire rimbecilliti”.

Sanctuary Line di Jane Urqhart (Nutrimenti). E’ una storia di segreti di famiglia ed amori impossibili che affiorano quando la protagonista si trova a tornare nella vecchia casa di famiglia ed i fantasmi ed i ricordi del passato tornano a vivere, con un evento misterioso che mano a mano affiora dai ricordi. Bello. Gli ho già dedicato un post.

Ogni complessa evoluzione, ogni cambio di pelle, sono seguiti da difficili migrazioni su grandi specchi d’acqua e vaste estensioni di terra, in viaggio per o dal Messico, o l’America o Kandahar. Quel desiderio che abbiamo di ricondurre tutto ad una struttura cellulare ben organizzata, e poi il sospetto straziante che, nonostante le migliori intenzioni, non potremo mai veramente riuscirci”

Congo di David Van Reybrouck (Feltrinelli). E’ un librone che ripercorre la storia, anche molto poco conosciuta del Congo, della colonizzazione ma anche dei movimenti di indipendenza successivi. E’ raccontato in modo splendido tramite pezzi di storie individuali e personaggi che rimangono nella memoria. Non sono il tipo da leggere questo tipo di libri ma mi ha veramente conquistata.

Proprio come a teatro, anche qui la tragedia della Storia non derivava dalla contrapposizione tra esseri ragionevoli ed esseri insensati, tra i buoni ed i cattivi, ma tra persone che si riunivano, e che si consideravano, tutte indistintamente buone e ragionevoli. Degli idealisti si contrapponevano ad altri idealisti, ma ogni idealismo difeso con troppo fanatismo conduceva all’accecamento, all’accecamento dei buoni. La storia è un piatto abominevole preparato con i migliori ingredienti”.

Incantati dalla Morte di Svetlana Aleksievic (EO). Bellissimo libro che raccoglie le storie di chi, avendo creduto tanto nella promessa comunista ed avendoci scommesso a volte la vita si ritrova a pezzi e con un desiderio di morte spaventoso. L’ho trovato bellissimo perché racconta un’epoca dominata da tanti di questi ideali fortissimi che forgiavano l’identità delle persone fino a fare parte di loro. Oggi questo sentimento è molto più raro ed entrare nelle storia della Aleksievic diventa ancora più affascinante e spaventoso.

Ci insegnavano a morire. E morire è qualcosa che sappiamo fare bene. Molto più che vivere. E’ così abbiamo disimparato a distinguere la guerra dalla pace, il tran tran quotidiano dall’essere, la vita dalla morte. Il dolore dal grido. La libertà dalla schiavitù”.

La donna che scriveva racconti di Lucia Berlin (Bollati Boringhieri). E’ un libro di racconti, storie brevi e appassionanti con personaggi stupendi. Il racconto Manuale per le donne delle pulizie è un gioiellino!

La voce delle signore si alza sempre di due ottave quando parlano con le donne delle pulizie o con i gatti”.

I poveri sono abituati ad aspettare. File per il sussidio, all’ufficio di collocamento, nelle lavanderie a gettoni, davanti alle cabine telefoniche, al pronto soccorso, in prigione, e via dicendo”.

Libri a tre stelle ***:

La morte dei caprioli belli di Ota Pavel (Keller). Una bella storia familiare intrecciata con le vicende storiche dei primi del ‘900. Si legge in un baleno ed è un inno alle piccole cose della vita nel mezzo di alcune delle più grandi tragedie umane.

Bambini nel tempo di Ricardo Mendez Salmon. Bello, racconta tre storie di rinascita in cui la vita torna prepotentemente a fare capolino.

La casa, di colpo, era diventata una fortezza crudele, in cui ogni angolo raccontava di una vita fortemente voluta e ormai altrettanto ostile”.

Ritratto di Jennie di Robert Nathan (Atlantide). La storia è molto intrigante, una bambina che incontra di notte nel parco un uomo e lo invita ad aspettarlo. E poi, due dimensioni temporali parallele ma distanti che in brevi tratti si piegano, si toccano per amore. Bello, e forse meritava 4 stelle ma nel totale dei libri è sceso a 3.

Viaggio sul fiume di Robert Nathan (Atlantide). Anche questo, dello stesso autore, mescola reale e irreale e non è male anche se mi è piaciuto meno di Ritratto. E’ un viaggio sul fiume intrapreso da una donna che sta vivendo i suoi ultimi giorni di vita e decide di partire con suo marito per lasciargli un ricordo speciale ma tutto quello che aveva pianificato va storto o almeno, contro i suoi progetti…

Canto della pianura di Kent Haruf (NNE). Questo anche poteva meritare le 4 stelle. Personaggi affascinanti nella loro “insignificanza” di provincia americana, ma veramente teneri. E’ vero che ricorda Hemingway.

Nidi di Rondine di Kim Thay (Nottetempo). Ho scritto un post su questo libro. Molto carino, corto e si legge in una giornata o un viaggio in treno.

Istituto di Bellezza Margaret Thatcher di Marsha Mehran (Kindle). Divertente e spiritoso, bei personaggi, simpatico.

Eredità di Lilli Gruber (BUR). Interessante, soprattutto da trapiantata in Trentino. Una storia familiare appassionante.

Frankenstein a Baghdad di Ahmed Saadawi (EO). L’ho trovata una storia geniale nel suo ispirarsi alla storia originale di Frankenstein ma adattarla ad un mostro che nasce dall’odio e dal risentimento e anche dai pezzi di corpi delle bombe nella guerra in Iraq. Geniale!

Due stelle**:

Applausi a scena aperta di David Grossman (Mondadori). Divertente e cinico all’impossibile. Tutto il romanzo è un monologo praticamente in tempo reale di un comico dal palco.

Vita di un materasso di ottima fattura di Tim Krohn (Casagrande). Segue le avventure di un materasso che cambia proprietari attraversando tutte le peggiori vicende del ‘900.

C’è vita sulla terra di Juan Villoro (Sur). Serie di racconti che narrano la società messicana e non solo. Alcuni meritano 3 o 4 stelle, altri meno. Divertente.

Sono Dio di Giacomo Sartori (NNE). Curioso e divertente romanzo che racconta di un Dio che si innamora della mortale più lontana possibile dall’immagine di una fidanzata ideale di Dio. Ho scritto un post sull’incontro con Sartori alla libreria Piccolo Blù di Rovereto.

Anna, Nicolò Ammaniti (Einaudi). Bella storia, bel personaggio ma c’è qualcosa, non so bene cosa, che non lo fa decollare. In ogni caso è tempo speso bene. E’ la storia di una ragazzina in una Sicilia futurista e distrutta che vaga alla ricerca del fratello rapito, con una guida di sopravvivenza scritta dalla madre prima di morire.

Una stella*:

A Galla di Alessandro Toso (Scrittura e Scritture). E’ un libro carino, racconta la storia di diversi personaggi travolti dalla cassa di integrazione di una grande azienda. Bello come racconta il mondo dei manager e bello il personaggio dell’operaio duro e puro che guida la ribellione passiva contro la chiusura della produzione. L’ho letto credo in un viaggio in treno e credo di averlo posato solo per far vedere il biglietto al controllore. Una bella storia.

Senza stella: Chiamalo Sonno e Giobbe

Ma ecco la citazione che preferisco tra i libri di quest’anno, e non a caso viene da Nessuno Scompare davvero di Catherine Lacey.

…i momenti non restano mai, che uno glielo chieda o no loro se ne sbattono, ogni singolo momento se ne sbatte, e quelli che uno vorrebbe poter srotolare come un’amaca per sdraiarcisi dentro, ecco, quelli sono i primi ad andarsene e si portano via tutto il buono che c’è, che ladruncoli quei momenti, quelle ore, quei giorni che hai amato di più”.

Samara Croci

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5 commenti Aggiungi il tuo

  1. Agata (e la tempesta) ha detto:

    Bello, Samara! Ora allunghi la mia lista dei desideri.
    W l’Arcadia, sempre!

    1. samara ha detto:

      Quali ti mancano scusa?!!! Not possible. Dai, suggeriscimene tu un paio nuovi così siamo pari 😉 Potrei averli nella lunga coda di lettura ma almeno li porto in prima linea!

      1. Agata (e la tempesta) ha detto:

        Anime baltiche se ti piace viaggiare tra luoghi e storie. Io ora ho iniziato Il giardino dei cosacchi, sempre di Brokken. Andarsene l’hai letto?

      2. samara ha detto:

        No, quindi lo segno. Andarsene della Sur. Anime baltiche è in coda di lettura, come il tuo amato Tumbas 😉 Comunque poi passo per il tuo blog a curiosare gli ultimi post e trarre ispirazione! Auguroni!

      3. Agata (e la tempesta) ha detto:

        Anche a te, Samara 🙂

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